Ormai sono molti i progetti che cavalcano l’onda del terremoto di Amatrice e sono orientati alla “ricostruzione” ma della maggior parte non si conoscono i dettagli e la paura è sempre la stessa: che ci sia poca chiarezza e poca trasparenza in merito all’impiego delle risorse raccolte. Vediamo come il web può aiutare a risolvere questo problema.
Trasparenza
Di questa parola c’è stato veramente un abuso, e pensare che denota un concetto semplice: la totale chiarezza della comunicazione, ossia la totale non ambiguità dei messaggi pubblicati. La trasparenza si perde in due circostanze:
- Quando il messaggio viene reso “opaco” volutamente per celare altre informazioni.
- Quando il messaggio viene trasmesso e ripetuto per troppi attori che, involontariamente, finiscono con il distorcerlo.
La trasparenza si ottiene quando il messaggio viaggia da un mittente ad un destinatario senza alcun filtro e in questo il web può certamente aiutare. I siti istituzionali sono sempre stati oggetto di forte critica da parte degli informatici. Uno per tutti è la tregenda del sito Italia.gov, per anni mal tenuto, sfruttato per far soldi, e poi divenuto al centro di polemiche durissime sull’onestà di gestione dello stesso. D’altra parte è anche giusto far presente che questo 2016 è stato l’anno in cui il Governo ha pubblicato le indicazioni tecniche per la realizzazione di portali della Pubblica Amministrazione.
La trasparenza è diventata più di una parola: per i politici è spesso uno slogan elettorale con il quale si spera di catturare nuovi voti. Per i cittadini è divenuta una speranza alla quale appellarsi quando ci sono tragedie come quella dell’Aquila o di Amatrice, ma anche in situazioni ben più normali e meno tragiche.
L’informatica e il WEB
Uno dei principali pregi dell’informatica è la possibilità di tracciare qualsiasi cosa. Certo, questa funzionalità può spaventare chi ha qualcosa da nascondere, o chi desidera fare un uso improprio delle informazioni e degli apparati a disposizione ma, fondamentalmente, in informatica è possibile tracciare qualunque operazione e tutto può risultare trasparente e preciso fino al millesimo di secondo. I costi di costruzione di un portale informativo, ossia di un portale che espone un numero di servizi veramente limitato, sono praticamente prossimi allo zero per un’istituzione. Parliamo di una cifra che oscilla tra i dieci e i trentamila euro. Molti tecnici storceranno la bocca poichè un sito veramente informativo ed essenziale, ha un costo di costruzione di poche centinaia di euro. Nella mia stima c’è però il lavoro di un’impresa seria che mette a disposizione professionisti tra cui grafici e programmatori, e che opera per forgiare qualcosa di efficace seppur semplice. In passato si è parlato di stanziamenti multi-milionari. Forse molti di voi hanno dimenticato, allora lasciate che vi faccia leggere uno stralcio di questo articolo:
Ma è una piazza lussuosa, intendiamoci, che ci costa 9.900.020,00 euro (IVA esclusa) per 36 mesi. Fatti i conti sono 275.000 euro al mese, 532 milioni del vecchio conio ogni 30 giorni. Praticamente 17,75 milioni (delle vecchie lire) al giorno. E’ tanto ? E’ poco ? E’ il giusto ? Vediamo.
Cosa fare praticamente
Tutto. Praticamente si può fare tutto. Nelle zone terremotate o disagiate c’è da far ripartire la macchina del lavoro. Ci sono aziende da rimettere in funzione e questo significa prendere in mano la parte di eManagement (gestione ordini, logistica) offrendo servizi a basso costo ma di rapida attivazione. Ci sono portali informativi da creare e altri da mantenere, ci sono attività professionali da automatizzare per supplire alla mancanza di carta e di uffici, e altri da ottimizzare perchè in parte già virtualizzati. Il tutto in chiave assolutamente trasparente, dando evidenza (anche pubblica se necessario) dei costi e delle opere realizzate.
Durante il terremoto dell’Aquila c’era un’azienda interessata all’allevamento che era riuscita a recuperare e a mantenere la gran parte del bestiame e dei prodotti ricavati ma il terremoto aveva completamente distrutto uffici e componente informatica. Gli ordini, il registro clienti, la parte logistica era sepolta sotto macerie e sicuramente compromessa. Offrire la possibilità di supportare nella ripartenza queste aziende significa garantire servizi utili al cittadino ma, soprattutto, riattivare l’economia della zona.
Cosa serve
Prevalentemente gestionali di grande e rapida personalizzazione. Spesso le richieste riguardano l’integrazione di una o più funzioni prima assegnate a sistemi diversi, all’interno di un unico portale. Un esempio chiave riguarda la comunicazione: pochi portali integrano online un client di posta eppure la posta elettronica è una delle aree più critiche. Ancora nel 2016 gli uffici si ostinano ad usare il protocollo POP3 a fronte di altri sistemi ben più sicuri tra cui l’IMAP (che è uno standard – RFC3501) o soluzioni proprietarie come ad esempio Microsoft Exchange. I gestionali richiesti integrano posta elettronica, rubrica clienti e gestione ordini (incluso modulo eCommerce) per far ripartire la fase di vendita e la logistica.
A chi rivolgersi e come
Pochi ma utili consigli. Nella mia carriera professionale ben poche volte ho visto privati o piccole aziende richiedere la documentazione di progetto. Anche i progetti informatici hanno le loro documentazioni tecniche e gli ingegneri lo sanno perfettamente. Alcune di queste documentazioni sono definite affiancando il cliente e servono a garantire la solidità e la riuscita del progetto stesso. Un esempio per tutti è l’elenco dei requisiti tecnico-funzionali. Poche volte richiesto e ancor meno offerto, perchè dal punto di vista dello sviluppatore, la mancanza di questa documentazione consente di avere un vincolo progettuale in meno!
Bastano pochi documenti per capire di quali funzionalità dotare un sistema, per dire insomma cosa deve fare e come deve svolgere i suoi compiti.
A chi poi è semplice: una gara d’appalto è sempre la soluzione preferibile e se il criterio maggiore di valutazione è spesso il prezzo, in questa situazione è giusto orientarsi anche verso altri fattori tra cui: completezza della soluzione, funzionalità in offerte in aggiunta ed esperienza degli sviluppatori.
Tempi
La proposta dei portali chiavi in mano è poco consigliata per le situazioni di emergenza. I portali sono spesso costituiti da moduli e questo suggerisce che è possibile attivare gradualmente le funzionalità. Pertanto prima si avrà accesso alle funzioni principali e poi, man mano che lo sviluppo va avanti, si attiveranno le altre. Ovviamente il tutto dovrà rispettare una pianificazione di tempi e costi.È giusto che la modalità di realizzazione del progetto si adegui a questo criterio di sviluppo. Più che la classica modalità waterfall, che prevedeva di rilasciare il prodotto finito solo al termine dell’intero ciclo di progettazione/sviluppo, consiglierei una metodologia agile che permette rilasci graduali ed incrementali attraverso cicli iterativi. Ogni ciclo è auto-consistente e permette di avere un prodotto finito che cresce con autonomia ed in modo solido.
Metodologie come l’agile consentono di avere la massima chiarezza circa tempi, costi e soprattutto in merito a cosa deve essere realmente fatto e cosa è stato invece già realizzato.