In un’epoca contactless, in cui il “cavo” risulta quasi obsoleto, in cui il 5G è alle porte offrendo servizi veloci tramite l’etere, il cavo sembra essere sempre più dimenticato ma la realtà è tutt’altra.
I nostri oceani sono letteralmente attraversati da cavi che consentono ai vari continenti di rimanere in collegamento ad alta velocità. Cantieri da milioni di dollari che hanno iniziato molto tempo fa con la volontà di trasmettere il codice Morse (era il 1850). Oggi migliaia di chilometri sono coperti da fibre ed i fondali marini ospitano queste meraviglie tecnologiche.
Il sito submarinecablemap.com censisce questi passaggi in modo molto efficace, mostrando la fitta rete di cavi in modo interattivo e ben descritto. Noterete anche voi l’elevata numerosità di cui anche l’Italia fa uso.
Italia: collegamenti con le isole
È previsto, ad esempio, un collegamento tra Genova e Palermo di 1.000 Km, realizzato dalla società Telecom Italia Sparkle, che altro non sarebbe che una sussidiaria del gruppo TIM incaricata della creazione delle connessioni tra paesi.
La Telecom Italia Sparkle Group, non è l’unica però: in Italia, nel 2005 è stato passato un “doppio cavo” che interessa Civitavecchia-Olbia e Mazara del Vallo-Cagliari. Un importante doppio collegamento da 634 km i cui proprietari sono: Regione Sardegne, GTT, Wind Italy e Tiscali.
Cavo BlueMed
Ready for Service (RFS): 2020
Lunghezza: 1.000Km
Estremità: Genova – Palermo
Come è fatto un cavo sottomarino
La più grande sfida è garantire che il cavo possa avere una vita lunga e sana una volta lasciato sotto il livello del mare. Il cavo è un fascio di fibra ottica finalizzato al trasferimento di dati ad altissime prestazioni. Viene protetto con un ampio strato di guaina isolante che lo rende impermeabile e al riparo dall’ambiente “ostile” che troverà una volta immerso.
Il peso e la profondità lo rendono stabile e al riparo da correnti e moti oceanici anche se, per quanto possibile, può subire un fissaggio al fondale attraverso blocchi di cemento depositati sul terreno.
Composizione
1 – Polietilene
2 – nastro in Mylar
3 – cavi d’acciaio
4 – barriera impermeabile in alluminio
5 – Policarbonato
6 – Tubo di rame o d’alluminio
7 – Vaselina
8 – fibra ottica
La capacità trasmissiva di questi cavi è poderosa: basti pensare che parliamo di unità vicino al terabit al secondo (quindi circa 1.000.000 di megabit al secondo) e che il costo, come riportato all’interno di un articolo di Focus, si oscilla tra i 75 e i 380 milioni di euro. Nonostante il cavo sia di per se molto resistente, la costante esposizione ai fenomeni atmosferici subacquei li rende velocemente deperibili oltre al fatto che i fondali sono spesso oggetto di interazione con reti da pesca e altri fattori potenzialmente problematici.Anche per questo motivo questi cavi subiscono un ulteriore processo di protezione che consiste nel dotarli di una vera e propria armatura di acciaio.
Conclusioni
Fa strano pensare che in un mondo che appare sempre meno interconnesso da cavi, siano proprio dei massicci assiemi di fibra ottica a garantire la comunicazione intercontinentale: un’opera di ingegneria pregevole che, nel tempo, evolverà sicuramente rendendo paesi sempre più interconnessi a velocità mai viste fino ad ora.