Negli ultimi 10 anni la necessità di digitalizzazione è aumentata all’interno degli ordini professionali spingendo (e talvolta costringendo) avvocati, commercialisti, notai ad affrontare un cambiamento di cui bisogna tenere in considerazione.
Avvocati
Nell’importante processo di digitalizzazione, non è possibile non iniziare la disamina dalla professione forense. Agli avvocati negli ultimi anni è stato chiesto una crescente integrazione di digitalizzazione all’interno della loro vita professionale; questa integrazione che, al momento, trova nel Processo Civile Telematico una delle massime espressioni, non è stata affatto facile e continua ad essere piena di ostacoli dovuti a malfunzionamenti tecnici e problematiche procedurali. Nel 2021, insieme all’AIGA di Perugia, si tenne un convegno sulla cybersecurity negli studi legali; a valle di quell’evento, fu palese la sensibilità con cui molti giovani avvocati trattavano il tema della sicurezza informatica in ambito forense.
Si trattava di un’attenzione riservata tanto alla gestione dei dati all’interno dello studio, quanto alla possibilità di sviluppare la propria professione intorno al mondo del digitale. In quella sede molti penalisti hanno rappresentato la propria condizione di doversi quotidianamente interfacciare con tecnici, periti, documenti, concetti, che mettevano alla prova la loro conoscenza di base, rendendo necessario un costante aggiornamento. Nel “Rapporto sull’Avvocatura” 2022 della Cassa Forense si legge un chiaro rimando a questo concetto:
Nell’area penale sono soprattutto le questioni legate a internet, all’informazione e alle nuove tecnologie ad essere percepite come portatrici di opportunità e, a seguire, si collocano, in cima alle indicazioni, il diritto penale dell’ambiente (35,1%), il diritto penale dell’economia e dell’impresa (26,1%), il diritto penale della persona (22,2%, tab. 40).
Fonte: “Rapporto sull’Avvocatura” 2022 della Cassa Forense, Pg. 59
Chi ha investito in formazione e ha sviluppato la professione intorno alle tecnologie, ha coltivato effettivamente nuove opportunità lavorative e si è differenziato in un panorama professionale che conta oltre 240.000 avvocati. Le nuove sfide sono davvero molte e si dipanano tra la cybersecurity, tema in costante mutamento, le criptovalute, l’intelligenza artificiale, oltre alla crescente attenzione verso il trattamento dei dati personali.
Commercialisti
Nel 2021 erano iscritti all’Albo circa 120.000 commercialisti, chiamati negli anni a supportare i propri clienti in uno scenario fiscale a dir poco complesso. Gli studi dei commercialisti, da un punto di vista informatico, raccolgono e gestiscono dati di natura particolare in grande quantità che non sempre sono tenuti in modo adeguato. Tale fenomeno spesso è dovuto alla congenita complessità richiesta per l’espletamento delle pratiche fiscali che porta lo studio a stampare o richiedere documenti aggiuntivi presentati spesso in formato analogico anziché digitale. Tutto ciò frena i paralleli processi di digitalizzazione obbligando ad allungare quelli di dematerializzazione.
L’attività di uno studio di commercialisti, per chi ha avuto la possibilità di vederla da vicino, è senza dubbio tra le più complesse: la necessità di gestire situazioni finanziarie eterogenee, unitamente a strumenti non sempre all’altezza delle necessità dei professionisti, fanno sì che la carta risulti essere ancora uno strumento prezioso per organizzare il proprio lavoro.
Ai commercialisti è richiesto, da una parte di interfacciassi con l’apparato di Stato, con le sue procedure e i suoi sistemi. Dall’altra parte è richiesta una proattività nei confronti delle PMI che può essere supportata solamente attraverso delle adeguate adozioni tecnologiche. Nel luglio 2019, la Fondazione Nazionale Commercialisti, al riguardo scrisse:
Una ricerca simile, condotta oltre tre anni fa, sempre sulle PMI, dall’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale del Politecnico di Milano, aveva rilevato un livello di soddisfazione superiore all’80% e la richiesta da parte di quasi il 40% delle aziende di gradire più proattività da parte dei professionisti abitualmente utilizzati, soprattutto per avere supporto su alcune delicate situazioni gestionali relative al business aziendale
“Il processo di aggregazione e la digitalizzazione negli studi professionali”, Fondazione Nazionale Commercialisti [LINK]
Da quel 2019, anche con la propulsione forzata causata dalla pandemia, molti studi hanno adottato tecnologie in grado di facilitare la condivisione delle informazioni con le PMI ma non solo. Il commercialista negli ultimi anni è divenuto una figura chiave in un contesto economico mutevole, ampliato dalla cornice europea e da una condizione fiscale nazionale sempre più complessa. Si sono così mutati e ampliati quei servizi di cui si accennava sopra:
I servizi desiderati passano dal coaching (inteso come supporto alle decisioni), al change management (supporto nella gestione del cambiamento non solamente nei processi lavorativi ma anche nei comportamenti individuali e nel riorientamento del business) e controllo di gestione, fino allo sviluppo di nuovi mercati e all’analisi della concorrenza, per citarne solamente alcuni.
Ibidem
Notai
La categoria dei notai è, come quelle precedenti, chiamata costantemente a definire nuovi standard professionali in termini di digitalizzazione. Secondo Notartel S.p.A. in Italia ad ottobre 2022 i notai erano oltre 5.000, operanti in un contesto di apertura alla digitalizzazione. Basti pensare allo sviluppo di strumenti quali blockchain e smart contracts, ma anche di tutte quelle tecnologie tese alla dematerializzazione che oggi sono fondamentali.
“I notai europei sono la categoria professionale più attiva nel settore della digitalizzazione dei documenti e dei processi digitali. La digitalizzazione, se correttamente attuata, consente di ridurre il costo delle transazioni, senza perdere il beneficio della data certa, della certezza delle parti e del contenuto della transazione stessa.”
Fonte: https://www.genghinieassociati.it/notaio-digitale/
Negli ultimi anni ai notai è stato chiesto un crescente impegno nell’adozione di tecnologie tese a garantire autenticità e integrità dei documenti e degli archivi documentali cartacei, inserendo la categoria nel complesso ma fondamentale mondo della dematerializzazione.
In tal senso i notai sono probabilmente l’ordine professionale che è riuscito a implementare più risorse tecnologiche utili e orientate alla digitalizzazione; basti pensare che dal 2019 i notai possono far uso di firma digitale remota (fonte: Notartel S.p.A.) mentre molti avvocati sono obbligati ad adottare ancora chiavette USB di firma digitale tenute assieme da nastro adesivo e con il rischio di smarrimento. Si potrebbe anche parlare di tutti gli strumenti tesi a virtualizzate la sottoscrizione di atti notarili, con considerevole risparmio di tempo e costi, effettuando le procedure da remoto e mantenendo la piena validità giuridica. Senza dubbio tutto ciò richiede una preparazione in termini di tecnologie e di gestione dei processi che non tutti gli studi sono in grado di fornire.
Trasformazione digitale e conclusioni
Il ruolo attivo che gli ordini professionali hanno sulle attività, è a sua volta interessato dalla trasformazione digitale iniziata negli anni scorsi. Ciò comporta una rivisitazione delle esigenze della propria clientela ed in tal senso la complessità dello scenario porterà ad avere approcci sempre più multidisciplinari e tesi ad offrire servizi completi su tematiche sempre più internazionali.
Temi legati a contrattualistica, appalti pubblici, rapporti tra clienti e fornitori rimarranno certamente centrali ma, al contempo, saranno influenzati dalla normativa europea che incide sempre più significativamente sul rapporto tra finanziamenti, mondo del lavoro e paesi membri. Così come la direttiva sul trattamento dei dati personali del 2016 ha inciso fortemente sulla normativa nazionale.
Per tutti questi ordini professionali l’adozione delle nuove tecnologie non è più opzionale da anni: la differenza è, sostanzialmente, sul livello di qualità dei servizi offerti al cliente. Tale livello non può che essere raggiunto attraverso investimenti che vadano in due direzioni:
- internamente con adeguati percorsi di formazione e aggiornamento,
- esternamente attraverso l’adozione di tecnologie all’avanguardia in grado di supportare il business del cliente.
Chi non ha raccolto negli anni questa sfida, si è trovato distaccato di numerose unità e continuerà ad esserlo negli anni che verranno. Questo perchè i processi di digitalizzazione e globalizzazione passeranno sempre più per strumenti tecnologici in grado di coprire le distanze in modo virtuale con un considerevole abbattimento di tempi e costi. Diverrà sempre meno logico, gestibile e tollerabile doversi spostare per apporre semplicemente una firma, mentre sarà sempre più gradito e necessario avere un contatto esente da confini geografici.
Risorse utili
- “Rapporto sull’Avvocatura” 2022 della Cassa Forense – LINK
- “Rapporto 2022 sull’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili”, Fondazione Nazionale Commercialisti – LINK
- “Il processo di aggregazione e la digitalizzazione negli studi professionali”, Fondazione Nazionale Commercialisti – LINK
- “La Dematerializzazione e la Digitalizzazione della Professione Notarile”, Notartel S.p.A., 2022 – LINK