Riportiamo la notizia in merito all’incendio di OVH, il fornitore di servizi internet francese fondato nel 1998.
Cosa è successo
Mercoledì 10 marzo 2021, alle 00:47, si è verificato un incendio in una sala di uno dei nostri 4 datacenter di Strasburgo, SBG2. Precisiamo che il sito non è classificato come Seveso.
I vigili del fuoco sono immediatamente intervenuti sul posto per proteggere le squadre di intervento e limitare l’aumento dell’incendio. A partire dalle ore 2.54, il sito e il suo perimetro sono stati completamente isolati. Alle 4:09, il fuoco ha distrutto SBG2 e continuava a presentare rischi per i datacenter vicini fino a quando i pompieri non hanno preso il controllo completo dell’incendio. A partire dalle 5:30, il sito è stato interdetto ai nostri team per ovvie ragioni di sicurezza e sotto la guida della prefettura, l’incendio è stato ufficialmente limitato. Siamo lieti che non ci siano feriti, né tra i nostri team né tra i vigili del fuoco e tra il personale della prefettura, che ringraziamo per l’esemplare mobilitazione al nostro fianco.
Grazie al parco operativo di 15 datacenter in tutta Europa, i nostri team tecnici e commerciali sono totalmente dedicati ai clienti per implementare soluzioni e rimediare all’indisponibilità del sito di Strasburgo. Il nostro compito adesso è di offrire ai nostri clienti una qualità di servizio ottimale per continuare a garantire le attività online, pienamente consapevoli di quanto queste siano importanti. Ci scusiamo per le difficoltà che questo incendio ha causato, e ci impegniamo a comunicare con la massima trasparenza le cause che lo hanno generato e le relative conseguenze.
Stiamo valutando l’impatto dell’incidente e comunicheremo quanto prima, con la massima trasparenza, lo stato di avanzamento delle analisi e l’attuazione delle soluzioni.
Fonte: OVH
Cause dell’incendio
OVH ha ricostruito che le cause dell’incendio sono da imputarsi alle batterie di un UPS (Uninterruptible Power Supply), in particolare l’unità UPS 7. Gli UPS (altresì chiamate unità di continuità), servono per mantenere accesi i dispositivi in caso di mancata erogazione della corrente. Ciò è possibile attraverso batterie che regolarmente subiscono attività di manutenzione, assieme alla componentistica interna delle stesse UPS. La UPS 7 aveva subito delle modifiche nella mattinata, successivamente riavviata e apparentemente tutto sembrava in ordine ma è stata proprio questa unità a far scaturire l’incendio.
Un fenomeno simile accade anche in Italia, al provider Aruba che, non a caso, dopo il fatto dislocò le batterie in uno stabile differente da quello in cui risiedono i server. Era il 2011 e quello il black-out internet più grave che si registrò in Italia, qui il link all’articolo del Sole 24 Ore.