DRAGON: la IA contro il COVID-19

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L’Europa ha lanciato un nuovo progetto chiamato Dragon, per applicare l’intelligenza artificiale alla battaglia contro il COVID-19. L’Italia partecipa con l’Università degli Studi di Firenze. Vediamo assieme di cosa si tratta.

Che cosa è il progetto DRAGON

Il progetto Dragon si propone di utilizzare l’intelligenza artificiale per combattere la pandemia da COVID-19. Ciò è possibile utilizzando l’intelligenza artificiale nella fase di analisi delle immagini diagnostiche e chiedendo alla IA di verificare la possibilità di un eventuale contagio. Ma perchè usare l’intelligenza artificiale?

Perchè la IA è particolarmente rapida e precisa nell’analisi dei risultati all’interno delle immagini diagnostiche (TC e radiografie del torace). La IA sarà quindi in grado di “apprendere” quali sono le caratteristiche tipiche del COVID-19 e potrà facilmente riconoscerne la presenza nei pazienti in modo molto preciso e molto veloce.

Se a ciò si aggiunge la possibilità di integrare tali dati, con ciò che viene elaborato da laboratori di analisi e strutture cliniche specializzate, si potrebbe arrivare ad ottenere una quantità di risultati non indifferenti, tutti molto rilevanti ai fini del rilevamento del COVID-19. Ma il progetto Dragon è molto di più: si propone come strumento di supporto decisionale per l’intera equipe clinica.

DRAGON will realize a patient centred decision support system that will enable multiple stakeholders to participate in the improved and more rapid diagnosis and prognosis.

Fonte: https://www.owlstonemedical.com/

Chi partecipa al progetto Dragon

L’Unione Europea ha selezionato 8 progetti di cui 5 per la diagnosi (DRAGON è il più “grosso” dei 5 sulla diagnosi) per contrastare il COVID-19. Uno di questi è per l’appunto il progetto Dragon che vede tra i partecipanti le seguenti strutture:

  • OncoRadiomics, Belgium
  • Aladdin Healthcare Technologies Ltd, UK
  • Biosci Consulting Bvba, Belgium
  • Imperial College of Science Technology and Medicine, UK
  • Cdisc Europe Foundation, Belgium
  • Università degli Studi di Firenze, Italy
  • Universiteit Maastricht, Netherlands
  • The Medical Cloud Company, Belgium
  • Sun Yat-Sen University, China
  • Shenzhen Second People’s Hospital, China
  • Renmin Hospital of Wuhan University, China
  • Fifth Hospital in Wuhan, China
  • TopMD Precision Medicine Ltd, UK
  • European Respiratory Society, Switzerland
  • European Lung Foundation, UK
  • Department of Health, UK
  • Synairgen Research Ltd, UK
  • The Chancellor Masters and Scholars of the University of Cambridge, UK
  • Owlstone Medical Limited, UK
  • The University of Liverpool, UK
  • University of Southampton, UK
Wim Vos – CEO OncoRadiomics

Il coordinamento del progetto è affidato alla OncoRadiomics e, nello specifico, a Wim Vos il CEO dell’azienda belga che copre questa carica da circa 1 anno (da maggio 2019). Vos ha un curriculum molto particolare:

  • 2003-Università a Belfast con tesi su “Nasal Flow Simulation”
  • 2006-Università di Delft con tesi per master in “The Verification and Validation of Preliminary CFD Results for the Construction of an A Priori Aerodynamic Model”
  • 2012-Università di Antwerpen con dottorato in “Respiratory functional imaging – Possibilities and challenges”

Insomma sembra proprio che Vos sia appassionato dell’analisi dei flussi di aria all’interno del corpo umano e che questa sfida sia decisamente alla sua portata.

L’intento del progetto è quindi sfruttare a pieno l’attività di machine learning offerta dall’intelligenza artificiale e applicarla in campo diagnostico e, tra i partecipanti, spicca anche il nome della Dottoressa Mariaelena Occhipinti dell’Università degli Studi di Firenze. La Dottoressa Occhipinti è specializzata negli approcci clinico-radiologici e quindi nell’analisi quantitativa delle immagini: ruolo cruciale all’interno del progetto Dragon proprio per la parte di machine learning. La stessa Dottoressa Occhipinti è stata recentemente protagonista di un video esplicativo del progetto che vi raccomando di visionare.

In attesa che il progetto DRAGON veda la luce anche attraverso il portale ufficiale (attualmente in via di sviluppo), è raccomandabile monitorare lo stato del progetto non solo per la sua rilevanza in merito al COVID-19 ma soprattutto perchè il contesto in cui si troverà ad operare la IA e l’equipe di clinici è unico al mondo: una pandemia. Se il progetto dovesse avere successo, si rivelerà ben più di un “progetto apri-pista” ma avrà la forza e la capacità di assicurare maggiore affidabilità e rapidità nell’individuazione dei contagi, riducendo i danni diretti e quelli collaterali del contagio.