Il mercato grigio è una definizione che serve a perimetrare tutte quelle aziende che svolgono attività di divulgazione di contenuti al limite della legalità. Fanno parte di questa categoria, ad esempio, quelle aziende che distribuiscono pubblicità elettroniche o che rilasciano software realmente non funzionanti. Vediamo di saperne di più…
Il mercato grigio più eloquente è quello delle aziende che vendono degli antivirus che prima infettano il pc e poi fanno presente all’utente di averlo pulito. Il tutto pubblicizzato da un finto messaggio online, presentato sotto forma di finestra di dialogo. L’utente, ignaro del fatto che si tratta di una pubblicità, accetta l’installazione del software e poi, spaventato dall’idea di avere un computer infetto, paga una licenza per un programma che, a conti fatti, non funziona.
Nel mercato grigio però compaiono anche quelle aziende che distribuiscono mail commerciali di cui, alcune, pornografiche. Il problema del mercato grigio è che l’autorizzazione a ricevere queste mail spesso non esiste oppure, nei casi più fortunati, si tratta di un’autorizzazione data “genericamente” ed in modo “leggero” da parte dell’utente. Parliamo di autorizzazioni non direttamente connesse ai contenuti pornografiche. Il problema è spesso le vittime del mercato grigio sono i minori che, avendo effettuato l’iscrizione a qualche sito o a qualche forum, si ritrovano in posta elettronica email pornografiche.
In tal caso è doveroso sapere che c’è una chiara violazione della legge (non solo di quella italiana ma anche di quella statunitense). La pornografia può essere resa visibile solo dopo che l’utente ha confermato la sua età (ossia di essere maggiorenne), poiché l’email presenta immagini pornografiche senza chiedere tale autorizzazione, vi è una grave violazione della legge.
Quando un utente sottoscrive un account per un servizio gratuito, è possibile che i suoi dati vengano dati ad aziende terze che, a loro volta, ridistribuiscono i dati alle compagnie incaricate di fare pubblicità. Questi dati, nel migliore dei casi, includono anche quelli anagrafici (nome, cognome, data di nascita,…). Altre volte, invece, vengono vendute solo le email. Questo comporta che l’azienda che invia le mail, non riesce a conoscere l’età dei destinatari.
È estremamente difficile fare della prevenzione sul mercato grigio. È possibile attivare dei controlli parentali, utilizzare software di verifica contenuti ma, più di tanto, non si riesce ad ottenere. Tuttavia è opportuno specificare che generalmente nei messaggi che vengono recapitati, vi è sempre un link per annullare l’iscrizione a quel tipo di mittente. Ultimamente sono i servizi di posta a filtrare questi messaggi che, nel loro contenuto, cercano di specificare parole chiave che facciano scattare le protezioni. Ad esempio, se nella mail viene riportata la parola “porn” o se un’immagine è nominata contenendo tale termine, il filtro proverà a bloccare la visualizzazione dei contenuti all’utente protetto. Si tratta di soluzioni commerciali di cui gli utenti devono dotarsi. La speranza è che, ad operare da filtro, siano anche gli stessi provider di posta elettronica per tutte quelle caselle il cui proprietario ha un’età inferiore a quella consentita per la visualizzazione dei contenuti espliciti.